Le notizie (e le curiosità) dal Sud Est Asiatico #18
I risultati delle elezioni degli italiani che vivono in Asia, la crisi economica del Laos, la Formula 1 a Singapore e altre curiosità
L’ultima volta che ho scritto Le Tigri Asiatiche era quasi un anno fa.
Sono successe un po’ di cose in questa parte del Mondo in questo anno: in Filippine, ad esempio, è diventato presidente il figlio del noto dittatore Marcos, che era stato esiliato alla fine del suo regime. La guerra tra la Russia e l’Ucraina sta impattando in modo significativo la regione, sia dal punto di vista puramente economico, ma soprattutto per quanto riguarda gli equilibri politici e diplomatici. Questi sono solo due esempi, i Paesi della regione sono sempre in continuo movimento. C’è sempre qualcosa di interessante da raccontare. Ed è per questo che voglio tornare a scrivere Le Tigri Asiatiche. Perché mi sembra un peccato non raccontare questa parte di mondo che solitamente non viene considerata abbastanza.
Ci sono tante cose che possiamo imparare, ma soprattutto è uno strumento per vedere il Mondo con una lente diversa dalla solita.
Cos’è cambiato per me?
In questo anno di quasi silenzio, ho cercato di trovare un nuovo equilibrio. Dopo diversi lockdown, una bambina, e una promozione al lavoro, ho dovuto per forza fare il punto della situazione e cambiare qualcosa.
Ho da poco cominciato a lavorare 4 giorni a settimana, invece che 5, così da dedicare 1 giorno ai miei progetti personali, tra cui Le Tigri Asiatiche.
Mi è sempre piaciuto molto scrivere, ma ancora di più, mi piace sapere che scrivo cose che possano incuriosire e aprire la mente dei miei lettori. Quindi eccoci qui di nuovo.
Per ricominciare, riceverai questa newsletter una volta al mese. Se vedrò che c’è necessità di scriverla più spesso, lo farò.
Nel frattempo, puoi sostenermi qui. Dietro ogni newsletter, solitamente ci sono almeno 3 giorni di lavoro. Spero che apprezzerai questo ritorno e, come al solito, rispondi pure a questa email per farmi domande o semplicemente fare due chiacchiere.
Buona lettura!
Alessia
In questa edizione:
Le elezioni italiane in Asia
La crisi economica del Laos
Una corsa contro la pioggia
Hippies vs Serial Killer
Le elezioni italiane in Asia
Quando ho aperto la mia scheda elettorale, sono rimasta sorpresa che si potessero votare solo 4 partiti: PD, Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia (tutto in uno), Movimento 5 Stelle e Azione-Italia Viva. Così, ho cercato più informazioni.
La circoscrizione estero che comprende Singapore e altri 116 stati a cui si aggiunge la circoscrizione autonoma di Gerusalemme si chiama Africa, Asia, Oceania e Antartide. E tra le 4 circoscrizioni estero è quella che comprende il maggior numero di Paesi, ma il minor numero di elettori: solo il 5.37% dei residenti all’estero, poco più di 300 mila. Un terzo di questi vive in Australia, il resto degli elettori è sparso in questo centinaio di paesi che fanno parte del gruppo.
Siccome la circoscrizione conta cosí pochi elettori, anche i parlamentari che possiamo eleggere sono molto pochi: 1 per la Camera dei Deputati e 1 per il Senato della Repubblica. Di conseguenza, non tutti i partiti riescono e vogliono presentarsi in questa circoscrizione, lasciando il posto a quelli più grandi.
I risultati
Se a livello nazionale, Fratelli d’Italia è risultato essere il primo partito italiano, nella circoscrizione Africa, Asia, Oceania e Antartide i risultati sono stati ben diversi.
Da ormai 16 anni vince la sinistra. Anche quest’anno, infatti, si riconferma il PD, con il 41.5% dei voti alla Camera (contro il 31.8% della coalizione di destra) e con il 40.7% al Senato (contro il 33.1% della coalizione di destra).
Entrambi i parlamentari eletti vivono in Australia, il paese con più elettori italiani nell’intera circoscrizione. Nicola Caré, il parlamentare eletto alla Camera dei Deputati, aveva vinto con il PD anche nel 2018. Francesco Giacobbe, invece, eletto al Senato, aveva vinto sia nel 2018 che nel 2013.
Inflazione per tutti
Avevo iniziato a scrivere questa sezione sull’Indonesia, dopo aver letto un articolo che diceva che il tasso d’inflazione aveva raggiunto il picco negli ultimi 8 anni, assesstandosi al 4.69%. Ma quando ho iniziato a cercare i dati degli altri paesi, e a confrontarli con quello dell’Italia sono subito saltate all’occhio delle informazioni importanti.
L’Italia, con il suo 8.4%, è al massimo storico non solo negli ultimi 8 anni, come l’Indonesia, ma bensì negli ultimi 36 anni!
In generale, quasi tutto il Sud Est Asiatico, se lo confrontiamo con il tasso italiano, è messo meglio. In ordine, abbiamo: il Vietnam al 2.89%, la Malesia al 4.4%, le Filippine al 6.3%, Singapore al 7.07% e la Thailandia al 7.86%. Questo non vuol dire che questi Paesi stiano andando alla grande, solo perché hanno un tasso minore di quello italiano. Anzi, i problemi, soprattutto per le famiglie con redditi bassi si inizia a percepire e molti stanno tagliando spese dove possono, specialmente sui carburanti. E in paesi in cui la mobilità e spesso il proprio business è prevalentemente su motorini, questo ha un impatto gigante sulla vita quotidiana delle persone. Ma, considerato che in Italia la situazione è simile, in questa sezione mi voglio focalizzare su un chiaro caso anomalo, che va molto al di là delle previsioni e del trend a livello globale: il Laos, con il suo abbondante 30% di inflazione.
Breve storia del Laos
Credits: Britannica
Il Laos è uno dei paesi del Sud Est Asiatico, con 7.2 milioni di abitanti e l’unico senza accesso al mare. Indipendente dalla colonizzazione francese dal 1954, il Paese ha vissuto non solo guerre civili, ma durante la guerra del Vietnam è stato anche pesantemente bombardato: tra il 1964 e il 1973 gli Stati Uniti hanno sganciato 2 milioni tonnellate di bombe sul Laos (per farvi capire quante sono: è la stesssa quantità di bombe lanciate su tutta l’Europa e l’Asia durante la Seconda Guerra Mondiale).
A capo del Paese dal 1975 c’è il Lao People’s Revolutionary Party, l’unico partito legale e uno dei pochi al mondo che apertamente si rifà ancora al comunismo. Questo ha influenzato molto le relazioni diplomatiche: prima molto vicino al Vietnam e all’Unione Sovietica, ora è vicinissimo alla Cina, che è anche il suo maggior investitore straniero, alla Thailandia e al Vietnam, che sono rispettivamente i secondi e i terzi investitori.
Nonostante il Laos non sia un paese ricco, il PIL per capita è solamente 2.630$ (in Italia è di 35.551$, più di 13 volte tanto), la sua crescita economica pre-Covid prometteva bene: tra il 5.5% e il 7% annui (negli stessi anni in Italia la crescita è stata tra lo 0.9% e l’1.7%).
Verso il fallimento
Al momento, il Laos ha un debito pubblico di 14.5 miliardi di dollari, pari all’88% del suo PIL, e metà di questi sono con la Cina. Sembra che il fallimento sia dietro l’angolo per il piccolo Paese asiatico. Moody’s, l’agenzia di rating, ha declassato il Laos al peggior rating possibile, CAA3; Finch, un’altra agenzia, ha ritirato temporaneamente il rating, riservando i diritti di ristabilire un rating quando la situazione sarà più chiara. Secondo la Banca Mondiale, le riserve monetarie del Paese sarebbero sufficienti per coprire solo 2.2 mesi di importazioni, e ci sono debiti da 1.1 miliardi di dollari in scadenza quest’anno e altri 1.4 miliardi da restituire l’anno prossimo.
A questo si aggiunge la crisi economica dovuta all’assenza di turisti negli ultimi anni di Covid, il rialzo dei prezzi del petrolio causato dalla guerra Russo-Ucraina, e la generale inflazione cha ha raggiunto il massimo storico degli ultimi 22 anni.
Ma nonostante tutto, alcuni esperti pensano che la Cina non lascerà fallire uno dei suo alleati storici e uno dei Paesi in cui ha investito di più. I confini hanno recentemente riaperto, dando la possibilità ai turisti di entrare nel Paese, ma anche ai laotiani di poter andare a lavorare all’estero e, così, di mantenere le loro famiglie in Laos. L’altra cosa positiva, che potrebbe dare la possibilità al Paese di rinegoziare i propri debiti, è l’apertura di una nuova ferrovia che collega il Laos con la Cina, permettendo al Paese nuovi commerci e potenzialmente rialzare la sua economia in ginocchio.
Una corsa contro la pioggia
Credits: Reddit.
Domenica 2 ottobre si è corsa la Formula 1 a Singapore. Qui nella piccola città stato, è solitamente un grande evento e ha segnato la completa apertura del Paese dopo il Covid, ospitando un numero record di partecipanti.
Ma non voglio parlare della corsa in sè, piuttosto di una cosa curiosa che ho scoperto grazie a FY Noms, un account di meme su Singapore. All’inizio non credevo fosse vero, invece lo è eccome.
La corsa, come dicevo, è un grande evento internazionale per Singapore. Si svolge di notte (la pista è illuminata da un’azienda italiana) ed è ovviamente all’aperto, il che pone un grande rischio pioggia in una città equatoriale dove la pioggia è torrenziale. Così, i Singaporiani fanno di tutto per scacciare i temporali. E lo fanno con cipolle, peperoncini, sciamani e una buona dose di preghiere.
Prima della corsa, 10 leader religiosi rappresentanti di 10 diverse religioni si incontrano sul circuito per benedire l’evento. Nel mentre, attorno a tutto il percorso vengono piantati degli spiedini di cipolle e peperoncini per prevenire che venga la pioggia. Questa è un’antica pratica singaporiana che risale ai tempi in cui Singapore era un villaggio e i pescatori cercavano di scacciare la pioggia nei giorni in cui dovevano andare fuori in mare.
Qui un video del 2008 in cui il Primo Ministro dice che hanno sparso cipolle e peperoncini per non far venire la pioggia.
Hippies vs Serial Killer
Charles Sobhraj e la sua compagna, Marié-Andrée Leclerc
Hippies, droghe, Sud Est Asiatico e un criminale. Il libro che ho appena finito racconta la storia assurda di Charles Sobhraj, che ho scoperto essere una leggenda nel mondo della criminalità durante gli anni 70.
Nato in Vietnam, cresciuto in Francia, senza nazionalità, abbandonato dalla sua stessa famiglia, Charles inizia la sua vita da criminale con dei piccoli furti. Ma presto si specializza in saccheggiare turisti in giro per l’Asia. Ricercato in molteplici Paesi, la sua vita è un continuo viaggio, una continua avventura e un continuo manipolare persone. Una storia talmente incredibile che Netflix ne ha fatto una mini serie.
Italiani in SEA
Dalla prossima newsletter ci sarà una rubrica “Italiani in SEA”, se vuoi essere intervistato o conosci qualcuno interessante da intervistare, rispondi a questa email! :)
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