Le notizie (e le curiosità) della settimana dal Sud Est Asiatico - #5
Alcolici asiatici, la guerra fredda nel Mar Meridionale Cinese, isole da sogno indonesiane e molto altro.
Mi piacerebbe scrivere una delle prossime newsletter sulle aziende italiane in Sud Est Asiatico. Sto raccogliendo dati al momento e, se avete informazioni a riguardo, potete scrivermi rispondendo a questa newsletter. Ve ne sarei molto grata! :)
Grazie del supporto, come sempre!
Alessia
Beviamoci su!
Sono cresciuta in una regione, il Friuli Venezia Giulia, in cui l’alcohol fa parte integrante della vita sociale. Qui in Sud Est Asiatico, il consumo di alcolici è molto diverso, principalmente per un fattore: il riso. Infatti, la maggior parte degli alcolici della regione è a base di riso e altre piante locali, e hanno iniziato a produrre birra, solo a seguito delle varie colonizzazioni europee.
Tra i maggiori consumatori di alcohol dell’area c’è il Laos con 10.7 litri pro capite (in Italia il consumo è di 6.5 litri pro capite), seguito da Vietnam, Thailandia e Filippine. In fondo alla classifica, troviamo la Malesia e l’Indonesia, entrambi paesi a maggioranza musulmana, con un consumo pro capite di quasi 18 volte inferiore rispetto al Laos.
Se siete curiosi di vedere le varie composizioni degli alcolici tradizionali della regione, questo bellissimo articolo di Kontinentalist vi farà scoprire bevande particolari, spesso usate in passato come medicine.
Curiosità. Anche in Thailandia si produce vino. Lo dimostrano queste due sorelle, che combattono contro le grandi aziende di alcolici nel Paese che ne detengono il monopolio.
La nuova guerra fredda continua
Le tensioni nel Mar Cinese Meridionale continuano. Ne avevamo parlato qui la prima volta. Per farla breve: la Cina vuole espandersi in quest’area per controllare risorse energetiche e alimentari e spesso entra nelle acque territoriali dei paesi costieri del Sud Est Asiatico.
Questa settimana, le Filippine per la prima volta hanno richiamato ufficialmente la Cina a rispettare gli accordi internazionali riguardo le convenzioni sui mari internazionali e territoriali. Nel mentre, il Paese sta rinforzando le sue forze militari navali con un investimento di 5.6 miliardi di dollari.
Dall’altra parte del mondo, negli Stati Uniti, Mike Pompeo, il segretario di stato, ha dichiarato illegali le rivendicazioni cinesi in questo mare, supportando la posizione delle Filippine e dell’Indonesia. Per ora, solo questi due paesi nell’area hanno preso posizione pubblicamente, schierandosi di fatto con Washington.
Unicorno a rischio estinzione
Grab, l’Uber asiatico, non ha retto bene alla crisi da coronavirus e ora ci si chiede che futuro abbia il gigante dei taxi. Con 10 miliardi di dollari di investimenti, non ha ancora registrato un singolo dollaro in profitto dopo 8 anni dal lancio. E sebbene questo non sia del tutto anormale nel mondo delle aziende tech, in questo caso preoccupa perché l’azienda sta iniziando a tagliare non solo il personale, ma anche le commissioni agli autisti sulle corse.
Recentemente, inoltre, in Indonesia, Grab è entrata nell’occhio del ciclone per una faccenda alquanto ambigua. Alcuni attivisti per i diritti umani sono stati presi di mira da un gruppo ancora non identificato che li ha minacciati tramite Grab e il competitor locale GoJek. Il messaggio era: sappiamo dove abitate, e così come vi possiamo mandare del cibo, possiamo mandare altro.
In breve
Il Laos ha registrato zero nuovi casi di coronavirus per 59 giorni consecutivi.
Una bella intervista in italiano al sociologo e attivista filippino Walden Bello. Si parla di come affrontare il mondo dopo la pandemia e di come evitare che i cittadini si affidino ai governi populisti.
In Myanmar, la giada è un losco affare militare da 26,5 di miliardi di euro l’anno.
Durante la pandemia, a Jakarta, i rifiuti medici sono cresciti del 70%, ponendo una seria minaccia alla salute pubblica. Infatti, incenerire i rifiuti causa problemi respiratori agli abitanti vicini alle strutture. Ma lasciarli in discarica significa inquinare il territorio e le acque circostanti.
Se il futuro è incerto per tutti noi in questo periodo, per i 10 milioni di immigrati filippini in giro per il mondo è un enorme punto interrogativo. Il 35% delle entrate finanziarie estere nelle Filippine proviene da soldi mandati dagli immigrati alle proprie famiglie rimaste nel Paese. Si tratta del 9% del PIL e conta molto di più dei guadagni provenienti dal turismo. Molti lavorano in settori altamente colpiti dalla crisi, come ad esempio quello alberghiero, o delle crociere. Tornare in patria è fuori discussione, ma rimanere all’estero è altrettanto un azzardo.
Curiosità
Pare che la Thailandia abbia gestito bene il coronavirus. Qui un foto reportage da Bangkok. Spoiler: anche con il virus, i thailandesi non rinunciano agli incontri di Muay Thai, il loro sport nazionale, e allo street food.
Oliver Astrologo, un video maker italiano, è andato a Raja Ampat, in Indonesia, uno dei posti più belli per fare snorkeling ed esplorare gli abissi marini. Qui 3 minuti e mezzo di isole da sogno.
Un time lapse di come Singapore ha costruito un reparto ospedaliero di isolamento in soli 50 giorni.
Un giro tra i campi di riso e le terme thailandesi durante la stagione delle piogge si rileva molto più piacevele dell’immagine stereotipata degli acquazzoni.
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