Le notizie (e le curiosità) della settimana dal Sud Est Asiatico - #6
Proteste in Thailandia, Bali senza turisti, il documentario sulla moglie del dittatore filippino e molto altro.
So che la newsletter solitamente arriva il sabato, ma ho avuto una settimana molto impegnata e non sono riuscita a dedicarci abbastanza tempo prima di oggi.
In genere, tra ricerca, lettura e selezione delle notizie, ci metto circa 15 ore, che vanno sommate al tempo impiegato per scrivere e riassumere il tutto nella newsletter. È un grande impegno, che mi fa piacere svolgere nel mio tempo libero, dopo il mio lavoro full time.
Se volete supportarmi in questo sforzo, che faccio con tutto il cuore e la passione che ho, ricordatevi di condividere questa newsletter con i vosti amici e sui vostri social media! :)
Grazie mille,
Alessia
Proteste in Thailandia
Incertezza verso il futuro, crisi economica, e libertà di parola limitata. Questo il quadro thailandese che ha fatto scendere più di 2.500 giovani in piazza negli ultimi giorni. È stata una tra le più grandi manifestazioni pubbliche dal golpe ad oggi.
La Thailandia è il paese che ha subito più colpi di stato militari al mondo: 13 in 100 anni. L’ultimo è stato nel 2014, quando l’attuale primo ministro Prayut ha preso il potere. Il Paese è tecnicamente una monarchia costituzionale, ma, nonostante si siano tenute alcune elezioni nel corso degli anni, il potere dei gruppi militari monarchici è estremamente forte.
Prayut, ad esempio, era il Comandante in capo delle forze militari prima di organizzare il colpo di stato e di fatto diventare il capo politico della nazione. Arrivato al governo nel 2014, ha immediatamente emanato una nuova costituzione per garantirsi l’amnistia immediata per i crimini correlati al golpe e aumentare i propri poteri. Inoltre lo scorso febbraio, è stato sciolto il partito dell’opposizione, dando di fatto una più forte maggioranza parlamentare al primo ministro.
Gli hashtag da seguire su Twitter per rimanere aggiornati sono: #respectdemocracyTHAI, #freeyouth, e #milkteaalliance (questo in particolare è l’hashtag di supporto lanciato da Joshua Wong, uno dei leader delle proteste di Hong Kong).
Bali senza turisti
Tra le mete più ambite nella regione per noi italiani, e non solo, c’è sicuramente Bali, l’isola indonesiana perfetta per surfisti, gli amanti dello snorkeling, dello yoga, del trekking e molto altro.
Con una popolazione di 4.4 milioni, ogni anno attira più di 6 milioni di turisti dall’estero e 10 milioni dall’Indonesia stessa. Ma ora, con il blocco dei confini, Bali non è più la stessa. Più del 75% della sua economia si basa sul turismo e sul suo indotto. La disoccupazione è cresciuta e molte persone, che prima lavoravano direttamente con i turisti, sono tornati all’agricoltura e alla pesca.
Il lato positivo di questa storia è che gli abitanti di Bali si sono resi conto che le orde di turisti e l’inquinamento derivante non sono un metodo economico sostenibile nel lungo termine. Nel frattempo, si è iniziato a discutere su come riaprire i confini a partire da Settembre.
In breve
L’instabilità causata dalle proteste di Hong Kong ha portato un paese in particolare a guadagnarci: Singapore. Molte aziende e privati, infatti, hanno visto nella città-stato la destinazione perfetta per spostare i propri uffici e asset finanziari. Goldman Sachs ha stimato che ben 4 miliardi di dollari siano stati trasferiti a Singapore nell’estate del 2019. Se i soldi hanno trovato una nuova casa così facilmente, le persone non si sono trasferite allo stesso ritmo. Qui tutto l’approfondimento.
Gli schiavi impiegati nelle piantagioni di cotone in America sono storia nota a tutti. Ma in Indonesia, più o meno nello stesso periodo, la popolazione locale viveva una situazione simile sotto il giogo olandese. Specialmente in Nord Sumatra, una delle isole più grandi del Paese, le piantagioni di tabacco impiegavano schiavi locali per accrescere la ricchezza dei dominatori europei. Dopo l’indipendenza, questo periodo schiavista è stato perlopiù cancellato dalla memoria colletiva.
Negli Stati Uniti, ci sono 150.000 infermieri/e filippini/e che lavorano in prima linea per combattere la pandemia e salvare le vite dei cittadini americani, mentre nel loro paese di origine c’è una carenza di personale medico. Questo bel documentario di AlJazeera racconta le loro storie.
Curiosità
È uscito The Kingmaker, un film sulla vita della moglie del dittatore filippino Marcos. Imelda è un personaggio assurdo, tanto assurdo da nascondere i propri diamanti impacchettandoli nei pannolini. Lo guarderò il prossimo weekend al cinema, e magari nella prossima newsletter vi racconterò di più. Nel frattempo, qui il trailer.
Un video che vi farà scoprire le bellezze nascoste di uno dei posti ancora poco turistici della regione: il Laos.
Se amate provare cibi strani, il Sud Est Asiatico è sicuramente un posto che vi darà moltissime soddisfazioni. Qui una guida, con foto, sullo street food nelle Filippine. Potete trovare spiedini di interiora, zuppe e dolci strani.
Errata corrige
Nella newsletter dello scorso weekend, ho scritto che lo sport nazionale thailandese era Mixed Martial Art (MMA), in realtà è il Muay Thai. Sono simili, ma differenti, soprattutto sotto l’aspetto spiriturale. Prima di entrare nel ring, i combattenti di Muay Thai solitamente fanno dei riti ben particolari che potete vedere qui.
Grazie mille Filippo per averlo segnalato!
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