Le notizie (e le curiosità) della settimana dal Sud Est Asiatico - #10
La tratta degli esseri umani che coinvolge bambini e ragazze dalla Thailandia, Indonesia e Myanmar.
Grazie mille a tutti quelli che hanno risposto al breve questionario dell’ultima newsletter, quelli che non l’hanno fatto, possono ancora rispondere qui.
Vedendo i risultati, le prossime uscite saranno ogni due settimane. Cercherò di fare degli approfondimenti più lunghi su alcuni temi importanti e vediamo come va. È un continuo esperimento, e non è detto che in futuro non ritorneremo a sentirci con frequenza settimanale. Quindi continuate a scrivermi e a darmi suggerimenti, questa newsletter è anche il frutto di quello che mi dite voi in privato.
Grazie del supporto,
Alessia
La tratta degli esseri umani
Chiunque sia stato in Sud Est Asiatico ha sicuramente notato qualche centro massaggi o bar un po’ “particolari”, dove ragazze giovanissime e poco vestite cercano di adescare i turisti di passaggio. Alcune lo fanno per libera scelta, per scappare alla povertà dei propri villaggi di origine. Altre fanno parte della più grande tratta di esseri umani. Il 70% delle persone in tutto il mondo, in maggior parte ragazze o poco più che bambine, che vengono forzatamente trasferite in grandi città o in altri paesi per alimentare il business del sesso provengono dai paesi poveri di questa regione.
Solamente nelle Filippine, 100.000 minorenni lavorano come prostitute o alimentano la pedopornografia online. In Indonesia, si stima che dai 40.000 ai 70.000 bambini siano coinvolti in qualche modo nell’industria del sesso. L’Indonesia è anche il paese che traffica il maggior numero di ragazze all’estero, spesso adescate come domestiche per paesi più ricchi. In Malesia, si è recentemente aperta una nuova tratta, in cui vengono importate ragazze e bambine dai campi dei rifugiati Rohingya al confine tra il Mynamar e il Bangladesh.
In molti casi, sono le stesse famiglie che vendono le proprie figlie ai trafficanti. Il copione è sempre più o meno lo stesso: il trafficante entra in contatto con la famiglia promettendo un compenso e un futuro migliore, la famiglia ci casca, in buona o in mala fede, e guadagna fino ai 1.500$. Per le femmine, il 60% delle persone trafficate è al di sopra dei 15 anni, ma il 15% è al sotto degli 8 anni. Per i maschi, l’80% è al di sotto dei 14 anni, partendo dai 2 anni di età o meno.
Come se questo non bastasse, c’è un altro filone della tratta di esseri umani che negli ultimi anni ha preso sempre più piede e che sta aumentando la domanda di ragazze provenienti da paesi del Sud Est Asiatico: il mercato dei matrimoni in Cina.
È una conseguenza diretta della famosa legge del figlio unico. Dalla fine degli anni 70 fino al 2015, le famiglie cinesi non potevano avere più di un figlio. Generazioni e generazioni di feti femminili e bambine furono uccise, visto che le famiglie rurali preferivano avere il supporto di un figlio maschio. Questo documentario spiega bene questa legge assurda ed estremamente dolorosa per milioni di donne.
Ad oggi, c’è una sproporzione tra il numero di uomini e donne presenti nel paese, lasciando 40 milioni di cinesi senza la possibilità di trovare moglie. Così, le agenzie matrimoniali le importano da posti come Cambogia, Vietnam, Thailandia e Myanmar, dove comprano le ragazze dai trafficanti per un costo che varia dai 3.000$ ai 13.000$. Il copione per l’adescamento è lo stesso per le donne che finiscono a prostituirsi, ma, in questo caso, si ritrovano parte di una famiglia cinese, forzate a dover dare una prole a uomini con cui non riescono a comunicare e che le tengono in semi-cattività per paura che scappino.
Che cosa stanno facendo gli stati per evitare questa moderna schiavitù?
Ci sono protocolli internazionali e accordi bilaterali che richiedono maggiori controlli ai confini per poter beccare i trafficanti mentre entrano nel paese con le ragazze e i bambini. Ma la corruzione e la povertà dilagante non aiutano: è facile far chiudere un occhio agli ufficiali pagando una mazzetta. In più, non c’è abbastanza protezione per le ragazze una volta che riescono a scappare e spesso si criminalizza le vittime stesse, in quanto clandestine o prostitute illegali. Nel frattempo, diverse associazioni lavorano per ridurre il numero di bambini e ragazzi trafficati a scopi sessuali, anche se spesso sono poco efficienti per la difficoltà di riuscire a tracciare tutti gli attori che fanno parte delle diverse tratte. Nelle prossime settimane mi informerò meglio per capire quali sono le ONG più efficaci e ve lo farò sapere in una delle prossime newsletter.
In breve e curiosità
Un bellissimo foto-reportage sui giochi equestri a Sumba, in Indonesia. È una vera propria guerra a cavallo, con tanto di lance e possibili morti. È una tradizione millenaria che coinvolge più di 50 combattenti e richiede una lunga preparazione.
“Uccidi tutto quello che si muove”. Ecco come vengono allenati i militari burmesi nelle regioni dove sono presenti le minoranze musulmane. È in atto un vero e proprio genocidio, eppure la comunità internazionale è spesso silente a riguardo. La leader del Myanmar, nonchè premio nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, ha rigettato le accuse e ha rifiutato esplicitamente di condannare gli abusi dei diritti umani in atto perpetrati dalle sue milizie.
Mulan, il film Disney appena uscito che racconta la storia della combattente cinese che si finge uomo per andare in guerra, è stato molto criticato per le dichiarazioni fatte dall’attrice protagonista in supporto alle brutalità che la polizia ha compiuto e continua a compiere ad Hong Kong. In più, alcuni attivisti per i diritti umani hanno richiesto di boicottare il film, perché molte scene sono state girate a Xinjang, una regione della Cina in cui ci sono campi di concentramento per le minoranze musulmane. Nonostante ciò, in Malesia, Singapore e Thailandia, è stato il film più visto delle ultime settimane, facendogli ottenere il miglior bottegino del 2020.
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